Penso che certe cose che ci sono successe durante la nostra vita non si potranno più dimenticare perché, ti hanno scalfito con tutta la loro forza il nostro cuore.
Era aprile e stavamo vivendo in famiglia dei momenti davvero tristi. Le incursioni aeree non ci davano pace, poiché abitavamo vicino ad un ponte ferroviario la cui linea, è ancora oggi importante perché collega Padova a Bologna. Di continuo passavano tradotte di deportati diretti verso la Germania e quando il treno rallentava per passare quel ponte ci chiudevamo le orecchie con tutta la nostra forza per non sentire i lamenti e i pianti di quelle povere persone, chiuse in vagoni (peggio delle bestie) dirette verso i campi di concentramento. Avevamo quasi ogni giorno la visita di qualche fascista o di due o tre tedeschi per prendere mio fratello Luigi e spedirlo pure lui in un campo di concentramento. Luigi non si era mai presentato a nessun comando, vivendo quasi sempre nelle campagne circostanti alla nostra abitazione. E sino ad allora tutto era andato abbastanza bene, con grande sacrificio, tanto che quel giorno d’aprile, (era una splendida giornata), dava l’impressione che si arrivasse a sera in santa pace, poiché Luigi era ormai stanco e affaticato per il dormire in quei fossi vicino a casa. Quella sera la mamma gli disse: Luigi vedo che tutto sembra calmo, questa sera rimani a casa, sei stanco caro, vedrai che tutto andrà bene “. Così Luigi si alzò verso le ore nove del mattino e cominciò a giocare a palla con me.
A me giocare con lui sembrava un sogno, perché lo vedevo felice come non mai. Ad un tratto Luigi tirò la palla che andò a fermarsi non so dove. Mi girai per vedere dove era andata, ma, con dolore vidi che ce la riportava un soldato tedesco. Mi fermai subito, capii cosa ci stava succedendo, si avvicinò a Luigi, io feci appena in tempo a dirgli ” fai lo scemo”. Però Lui cominciò a tremare; si avvicinarono gli altri due tedeschi con i fucili spianati. Luigi tremava, mia madre che dalla finestra seguiva tutta la scena cadde svenuta. Io in quel momento capii che dovevo fare qualcosa d’importante. Quel tedesco mi disse in un stentato italiano : Perché tuo fratello trema così “. Gli risposi :”Mio fratello non è normale, è un povero ragazzo che gioca sempre con me, è come un bambino piccolo”. Guardai Luigi e dissi vedete che ride sempre? Non capisce quello che volete da lui è nato non normale”. Quei tre tedeschi, sempre coi fucili spianati si guardarono, parlarono tra di loro in tedesco e quasi arrabbiati se ne andarono. Corsi subito in casa e vidi la mamma stesa sul divano che non aveva più ripreso conoscenza. La chiamai pian piano facendole sentire Luigi che la accarezzava. Fu un momento davvero commovente. Piangemmo tutti e tre assieme per la paura passata, ci abbracciamo e tutto finì bene. Però Luigi continuò ancora ad essere uccel di bosco poiché sapeva che gli italiani fascisti lo conoscevano bene. Finì quel calvario e Gigi prendendomi fra le sue forti braccia mi diceva ” Cara la mia sorellina, se non c’eri tu non ci sarei più”.
Non molto tempo dopo la guerra finì e Luigi ritornò finalmente alla sua vita di sempre. In seguito furono veramente giorni felici anche se avevamo il pensiero dell’altro fratello soldato ( Marco ) del quale non si sapeva nulla.
I giorni passavano e la mamma stava soffrendo per Marco. Un giorno finalmente arrivò una lettera da Roma : era di Marco.
Io sebbene piccola esclamai: “Dio esiste “.
La famiglia si ricompose nuovamente, dopo tante vicissitudini. Ricordo che la mamma, donna tanto devota, ci fece inginocchiare tutti attorno ad un Crocefisso di legno e ci fece pregare per grazia ricevuta.
Penso che, alle volte, le preghiere siano indispensabili anche per sperare che Qualcuno lassù ci aiuti.